E’ con ogni probabilità Oscar Waldan il misterioso “ intermédiaire" che nel 1982, nel far visita ad un suo amico, il sig. Kubel Wilsdorf, membro della famiglia allora proprietaria di Rolex, gli mostrò gli orologi che stava commercializzando con il suo marchio e che destarono notevole interesse, tanto da indurlo lasciargli un esemplare come oggetto di studio.
Il progetto fu poi presentato ai tecnici della Rolex che per si rivolsero alla Zenith per studiare la fattibilità di una ripresa della produzione, anche secondo le specifiche tecniche della Casa coronata.
Rolex intendeva restituire il leggendario cronografo Daytona alla sua fama. Dopo ampie discussioni, le due Aziende si accordarono per una versione completamente modificata del calibro, che avrebbe funzionato con una frequenza di 28.800 Alt/h ed avrebbe soppresso la data.
Inoltre, la Rolex insistette sul fatto che la qualità delle ébauches dovesse significativamente superare la qualità di quelle presenti nei depositi della Zenith e, per questo motivo, la Zenith, una volta assicuratasi un congruo ordinativo di calibri, non ebbe altra scelta che riprendere la fabbricazione del calibro.
La Direzione della Zenith si rivolse al Direttore Tecnico Jean-Pierre Gerber per studiare la fattibilità di una rimessa in produzione.
I disegni tecnici del “Primero” vennero interamente digitalizzati e trasferiti su computer per studiare l’automatizzazione di alcune lavorazioni, eseguendole con macchine a controllo numerico.
I nuovi calibri, 40.0 e 41.0 (poi, 400 e 410) si differenziano per alcuni piccoli miglioramenti:
1) al posto dell’Incabloc fu utilizzato il sistema antiurto Kif. I due sistemi antiurto sono praticamente molto simili, differenziandosi solo per la molla-lira e per il modo d’innesto delle sue estremità nel castone.
La diversità si apprezza, invece, in fase di smontaggio, perché nel Kif la molla-lira dopo aver liberato le due estremità di sinistra dall’impegno sotto il castone, può esser sollevata come il coperchio di una valigia e la molla rimane vincolata al cardine.
Nell’Incabloc, invece, la molla-lira non vi rimane vincolata e può elasticamente sfuggire con il rischio di smarrirla. Per ciò che riguarda la capacità d’assorbimento degli urti, i due sistemi sono del tutto identici, senza alcun vantaggio dell’uno rispetto all’altro.

2) questi calibri presentano un nuovo perfezionato martello dei secondi e dei minuti: la principale modifica, rispetto alla precedente versione del calibro 3019, è nella regolazione fine della posizione delle due estremità del martello, non più attuata per mezzo di una vite conica, difficile da manovrare con precisione: la camma, ruotando nella cavità ricavata nel martello, durante la taratura, regola l’apertura di un taglio che separa alla base le due estremità del martello relative ai due contatori e quindi una variazione relativa delle due teste di azionamento delle camme a cuore. L’azzeramento di queste ultime, quindi, può essere sincronizzato con una precisione del centesimo di millimetro per ogni scatto della camma di regolazione.


3) la modifica delle altezze dei pignoni, con il rocchetto dei minuti e la ruota delle ore più alti: in questo modo vi è un maggior spazio tra la lancetta dei secondi cronografaci (trotteuse) e quella delle ore: lo spazio era aumentato di 21/100 di mm.

4) anche il sistema ruota a colonne più rocchetto è stato modificato, per eliminare la preesistente possibilità di rotazione della ruota a colonna in rapporto al suo rocchetto.
5) sistemi di appoggio dei quadranti;
6) il ridimensionamento del diametro di alcuni perni;
7) la modifica di alcuni componenti degli ingranaggi del datario cioè i cricchi di bloccaggio e la leva, scattadata.
